Delle torri eoliche, della green economy, dell’economia circolare e della PUGLIA che, in campo energetico elettrico, ha già dato molto.

06.09.2022

di Maurizio Meo

Si fa un gran parlare di economia circolare, di comunità energetiche, di produrre dove si consuma. Per tante ragioni, ma non ultima, quella di risparmiare sul trasporto dell'energia elettrica. (costi che, inevitabilmente, finiscono in bolletta)

Qualsiasi modello di sviluppo di un paese civile, non può prescindere dall'individuare ed attuare, un modello economico basato sulla valorizzazione di ogni elemento che possa concorrere al benessere socio-economico ed ambientale ed al miglioramento della qualità della vita.

La GREEN ECONOMY (dopo G.E.) nasce e si sviluppa in questa ottica, sia come strumento di sviluppo nella fase transitoria, sia come obiettivo finale.

Ricorre spesso nella G.E. il concetto di ECONOMIA CIRCOLARE, quell'economia in grado di trarre vantaggio persino dal riciclo dei rifiuti che possono essere utilizzati per la produzione di energia, termica o elettrica o riutilizzati in altro modo.

Nella G.E. ci sta pure la produzione di energia da fonti energetiche alternative e non inquinanti; non da fonti fossili per intenderci. Il Ministro della Transizione Ecologica, il Prof. Cingolani, spinge per la produzione di energia elettrica dall'atomico di ultima generazione, quello dei piccoli reattori (Small Modular Reactors). Per intenderci, la stessa tecnologia che viene adoperata per le grosse imbarcazioni o per i sommergibili nucleari.

Tralasciando volutamente le implicazioni di carattere ambientale e delle scorie radioattive, il mercato non è ancora pronto per la produzione su vasta scala industriale di questi reattori e/o, forse, lo scenario possibile ci proietterebbe nel 2050. Quindi, caro Prof. Cingolani, di cosa parliamo?

Ci restano i "tetti fotovoltaici" che bene si inquadrano nel concetto di "comunità energetiche"; ci potrebbero stare anche in campi fotovoltaici, ma anche in questo la PUGLIA (ed il SALENTO in particolare), ha già dato. Ci restano le torre eoliche, ma come non riconoscere che hanno un forte impatto ambientale-visivo ? Ci resta l'idrogeno, forse; ma anche qui sono solo studi, siamo ancora in alto mare.

Di questi giorni la notizia di alcuni progetti per la realizzazione di alcuni impianti eolici del tipo offshore, di grossissima portata, lungo le nostre coste salentine, ad una distanza di 10 chilometri da esse.

Premetto che non ho preclusioni ideologiche o tecniche nei confronti delle torri eoliche ma, giunti a questo punto, due conti dobbiamo farceli. Date perciò un'occhiata all'immagine al fondo dell'articolo e poi ne riparliamo.

Nel rapporto del 2018 di TERNA ( la Società Elettrica che in Italia gestisce il trasporto dalle centrali di produzione alla distribuzione) si legge in modo assolutamente INCONFUTABILE che, la PUGLIA, ha un surplus di produzione, rispetto ai propri consumi, del 55,8%. Significa che, in Puglia, produciamo in più, esportandola nel resto d'Italia, qualcosa come 10.216 GWh

Bene, allora, cari amici politici nazionali e regionali, benché io non abbia alcuna preclusione alla scelta EOLICA, come cittadino pugliese, esigo che si produca un riequilibrio tra domanda, offerta, produzione e distribuzione, in perfetta armonia col concetto di "comunità energetica". Ben vengano le torri eoliche ma liberateci dalle centrali TERMOELETTRICHE dalla CO2 e dalle polveri sottili.

LA PUGLIA HA GIA' DATO.

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