8 marzo giornata internazionale della donna. Facciamo festa ?

Leggendo queste mie brevi riflessioni sulle violenze alle donne, in verità, ci sarebbe poco da festeggiare. Non voglio fare il guastafeste ma è opportuno rimarcare quanto sia di stringente attualità questo problema.
Non è mia materia di studio, non lo è mai stata. Questo non mi esime e non ci esime dal senso di responsabilità collettivo, dalla sensibilità e dalla consapevolezza che, questo problema è, prima di tutto, un fatto culturale. Mi sono presa la briga perciò di leggere dati, articoli, indagini, statistiche etc.
La violenza sulle donne, in tutto il mondo, senza alcuna distinzione di razza, ceto sociale, età, religione, lingua, affligge drammaticamente il loro stato esistenziale ed, in quasi tutti i casi, intacca in modo altrettanto drammatico lo stesso diritto di esistere e di vivere la propria vita con serenità e dignità.
E' talmente grave la situazione da esserne la loro prima causa di morte, ancor prima del cancro o di incidenti stradali. Quasi una donna su quattro, nel mondo e nell'arco della propria vita, ha subito o subirà violenza fisica o sessuale. Il dato più eclatante di tutti poi ha dell'incredibile : le donne subiscono violenza soprattutto in ambienti domestici, da mariti, padri, zii o ancora da amici o vicini di casa, colleghi di lavoro o compagni di studio. Nei paesi del terzo mondo poi, la violenza sulle donne è quasi un fatto normale, fa parte del tessuto sociale e culturale; drammaticamente, non viene identificata come violenza nemmeno dalle stesse vittime.
La orrenda e dolorosa mutilazione genitale femminile conosciuta come "infibulazione", praticata sulle bambine in tenera età , in pessime condizioni sanitarie e senza alcuna anestesia, oltre a provocare dolori ricorrenti e gravi infezioni, riduce le donne a mero oggetto sessuale del proprio compagno. E' una condizione che umilia profondamente la loro dignità, azzera totalmente il piacere e desiderio dell'atto sessuale e, nel dolore, estingue ogni velleità di tradimento. 130 milioni di donne, nel mondo, hanno subito questa barbarie. In Europa se ne contato 500.000, 40.000 in Italia.
Gli stupri etnici, usati quasi come arma bellica, non conoscono confini o primogeniture. La povertà, le guerre e l'immigrazione, infatti, sono le altre principali cause di violenza sulle donne.
Ogni anno, quasi 500.000 donne sono avviate alla prostituzione e ridotte in schiavitù da trafficanti beceri e senza scrupoli, che incassano lauti guadagni rivendendo agli opulenti omologhi occidentali, migliaia di ragazzine rastrellate con pochi danari in poveri e deboli villaggi asiatici o africani, afflitti da carestie, epidemie, siccità.
Nella "civilissima" Italia i numeri, pubblicati da ISTAT, sono da paura. Quasi ogni due giorni una donna viene ammazzata. Almeno 7.000.000 sono state vittime di violenza. Per paura o pudore, solo il 4% degli abusi viene denunciato. Alcuni studi universitari parlano di gravi danni psicologici nei figli di donne che hanno subito violenza; tanto gravi da pregiudicare il loro desiderio a stabilire un sano rapporto di coppia in età adolescenziale.
Il vero allarme sociale in Italia è costituito dagli STALKERS. Questi individui, solitamente, hanno scarse capacità relazionali, sono afflitti da psicopatologie, disturbi della personalità, tanto da non accettare L'ABBANDONO, esercitando un continuo CONTROLLO della compagna per indurla a desistere dall'allontanamento. La cronaca, purtroppo, ci informa giornalmente dei risvolti drammatici di tali atteggiamenti.
In conclusione, FESTEGGIARE SI o NO ?
In modo consapevole, alternativo se possibile, per mantenere alta l'attenzione di tutti, per mettere la parola FINE alle violenze sulle donne.
Maurizio Meo - Associazione CRONO CULTURA - Lecce